Si è pensato per molto tempo che l’assenza di variazioni ambientali (temperatura, umidità) negli ambienti chiusi fosse un elemento positivo. Gli effetti degli impianti di condizionamento dell’aria sulla salute dell’uomo ci hanno invece dimostrato il contrario: le variazioni microclimatiche stimolano i meccanismi di regolazione omeostatica.
Nell’ambiente del giardino d’inverno e, nelle verande, per esempio, dove le condizioni atmosferiche e le differenze tra giorno e notte sono più facilmente avvertibili, il corpo umano è esposto a cambiamenti climatici diversi
rispetto ad un comune luogo di abitazione. Queste variazioni di microclima possono apportare benefici fisici e psicologici non indifferenti.
Un contributo potenziale nell’aggravio dei problemi di inquinamento dell’aria nei luoghi chiusi è dato dai moderni metodi di costruzione, che hanno drasticamente limitato la ventilazione e modificato la natura dei materiali utilizzati per la costruzione e l’arredamento. Inoltre i prodotti di uso domestico, quali: le soluzioni per lucidare e pulire, gli insetticidi, le colle, i prodotti per la cura e l’igiene personale, il gas Radon…, possono portare a grossi problemi di salute. Dagli anni ‘80, la NASA ha effettuato molte ricerche sulle piante d’appartamento da fogliame ed ha fornito un nuovo concetto di miglioramento della qualità dell’aria di ambienti chiusi. Un metodo per migliorare la qualità della purificazione dell’aria utilizza le foglie e radici delle piante, che sono usate per la rimozione dei vapori di sostanze tossiche in ambienti chiusi.
Bassi livelli di sostanze come l’ossido di carbonio (CO) e la formaldeide possono essere rimossi dagli ambienti chiusi, dalle sole foglie, mentre le alte concentrazioni di sostanze tossiche possono essere ridotte tramite il filtraggio dell’aria mediante le radici di piante situate in carbone attivo. Il carbone attivo assorbe grandi quantità di sostanze tossiche e le trattiene finché le radici insieme ai microrganismi non degradano ed assimilano questi composti.
Dati degli ultimi anni, ricavati da esperimenti effettuati sia in ambienti abitati che in camere stagne, utilizzando comuni piante d’appartamento, hanno dimostrato la capacità di tali piante di migliorare la qualità dell’aria all’interno di uno spazio confinato. Pur non conoscendo ancora i meccanismi esatti di questo sistema, si può comunque affermare che ne è responsabile l’intero sistema “pianta” (foglie, substrato di terra, radici).
I risultati positivi di questi esperimenti portano ad affermare che si dovrebbe tener conto della funzione positiva delle piante nella progettazione di edifici moderni prevedendo sin dall’inizio la presenza del verde.
Le piante infatti, oltre a contribuire alla riduzione dell’inquinamento interno, sono in grado di porre un freno al pericolo di invasioni da parte di parassiti, facendo ridurre l’impiego di antiparassitari, e quindi sfavorendo indirettamente inquinamenti supplementari.
Se, in fase di progetto, viene presa in considerazione la possibilità di inserire un giardino d’inverno, un angolo verde, interno all’abitazione, si avrà oltre che ad un umidificazione più naturale dell’aria, ed una sua naturale purificazione, anche la possibilità di utilizzare le piante come antiparassitari. A seconda del tipo, della dimensione e dell’illuminazione cui è esposta, la pianta protegge dai parassiti un’area che varia dai 30 cm a più di un metro di distanza. Il trattamento biologico delle piante sta diventando in modo sempre più diffuso un’alternativa ai metodi chimici. Ciò è dovuto soprattutto ad una coscienza ambientale più forte ed alla volontà di usare prodotti meno nocivi ed inquinanti. Soprattutto in ambienti chiusi come serre e giardini d’inverno, dove l’uso di sostanze chimiche spesso è impossibile per il contatto stretto con ambienti di abitazione o lavoro, e quindi con le persone, questi metodi stanno trovando una larga applicazione.
Bisogna comprendere che è necessario sviluppare delle tecnologie, aiutate anche dalle conoscenze biochimiche, che permettano di bloccare l’ingresso agli insetti ed agli scarafaggi nelle abitazioni, al fine di eliminare anche un uso interno spregiudicato di pesticidi. Una delle possibili e più facili soluzioni consiste nel posizionare zanzariere alle finestre e disporre nell’abitazione piante idonee le cui proprietà chimiche liberate nell’aria hanno l’effetto di scacciare le zanzare ed gli altri insetti. I risultati di analisi e studi ci suggeriscono che una fonte addizionale d’inquinamento interno è comunque causata nei residui trasportati dagli abiti o dalle scarpe all’interno delle abitazioni; queste sostanze contribuiscono all’aumento della concentrazione di inquinante nell’aria interna allo stesso modo che le infiltrazioni trasportate dall’aria. E’ importante quindi valutare attentamente la collocazione di abbigliamento e di armadi per contenerlo e locali di decompressione ove far svaporare le sostanze provenienti dall’esterno.
La qualità dell’aria degli ambienti interni, poiché è la somma dell’aria esterna, normalmente già inquinata, più l’aria interna che contiene sostanze chimiche derivate dall’utilizzo degli spazi e dalle azioni umane, può essere migliorata attraverso un’adeguata progettazione. Questa deve tener conto non soltanto, come sta avvenendo negli ultimi anni, dell’applicazione di sistemi di filtraggio meccanico, il quale, se non ha una manutenzione più che ottima,diventa potenzialmente pericoloso, ma soprattutto dell’impiego di un sistema di filtraggio con le piante: esso consente così il miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e quindi della qualità della vita. Questa nuova situazione porta ad un maggior rendimento del personale nelle aree di lavoro.
Da qui lo studio della progettazione dei luoghi di lavoro che permettano una resa più elevata del personale favorita anche da un reale miglioramento dell’umore: “Più l’ambiente è confortevole più sono stimolato a rimanerci.”
Miranda Bocca